Recensione di L’Enigma Draghi – Marco Cecchini

Recensione di L’Enigma Draghi – Marco Cecchini

L’Enigma Draghi, una citazione:

“Negli anni di Francoforte, Draghi è stato un innovatore istituzionale, sia nel modo di organizzare il lavoro all’interno della Banca sia soprattutto nell’individuazione di strumenti di politica monetaria creativi. Non era solo una necessità dettata dalle circostanze, l’uomo ha una vocazione naturale per il cambiamento che abbiamo visto all’opera negli anni del Tesoro come in quelli della Banca d’Italia.”

Dopo essere stato ai vertici del Ministero del Tesoro, della Banca d’Italia e della BCE, esperienze che lo hanno proiettato nel Gotha dei leader mondiali e che ne hanno fatto l’italiano più apprezzato a livello internazionale, soprattutto nel mondo anglosassone, cosa farà ora Mario Draghi?

L’Enigma Draghi cerca di fornire risposte, proponendo un ritratto a tutto tondo di Super Mario: il “salvatore” dell’euro nel 2012, un civil servant d’alto profilo nel panorama di un’Europa in cerca di guida e leadership, ma anche un personaggio complesso, che suscita giudizi spesso divergenti.

C’è chi ne ha sottolineato l’imperscrutabilità con un ritratto fulminante: «Non sai mai cosa pensi dietro quella faccia da poker», e c’è chi lo ha paragonato a quegli ufficiali di stato maggiore «intelligenti ma pigri e per questo adatti a incarichi di vertice».

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All’inizio della sua esperienza alla BCE, Bild, il più popolare e diffuso quotidiano tedesco, gli regalò un prezioso elmetto prussiano mostrando apprezzamento per il suo carattere poco italiano. Ma, dopo la sua performance alla guida della banca, ha pensato di chiederglielo indietro. Per alcuni economisti è un keynesiano liberal, come lo fu il suo maestro, il grande economista Federico Caffè, per altri lo è stato, ma ora non più; per altri ancora è fondamentalmente un realista segnato dalla sua educazione gesuita, un uomo d’azione che si serve di approcci analitici diversi per prendere decisioni, spesso scontrandosi in questo con i “giansenisti” della Bundesbank. Un “pragmatico di lusso” ma, al contempo, un eclettico pronto ad abdicare al proprio paradigma teorico se le esigenze di manovra politica lo impongono.

A proposito di Draghi, scrive Giuliano Amato “Era difficile vederlo perplesso, affrontava sempre le situazioni con sicurezza, direi quasi con distacco. Da dove gli venivano questi suoi modi? Gli venivano dalla competenza e dall’uso che ne faceva giungendo sempre preparato all’appuntamento con le scelte e con i fatti. A quel punto sapeva ciò che serviva fare e lo diceva, ne convinceva i titubanti, imponendo la superiorità dei suoi argomenti. Ed era in questo che identificava il suo dovere istituzionale, non nell’essere al servizio di aprioristiche scelte politiche… Fu così, fra l’altro, che, al di là della sua presenza o meno nelle sedi decisionali finali, fu vicino a me e a Piero Barucci nel fermare nel 1992 il disegno delle «superholding», che avrebbe bloccato sul nascere il processo di privatizzazione delle partecipazioni statali”.

Alcuni politici italiani, soprattutto dopo l’esplosione della crisi causata dal COVID-19, lo vorrebbero alla testa del governo o al Quirinale dopo Mattarella, mentre gli anti-establishment lo considerano l’incarnazione vivente dei poteri forti, il rappresentante di una finanza internazionale cinica e rapace.

Marco Cecchini – economista, giornalista e scrittore – con L’Enigma Draghi ci regala un libro che tutti dovrebbero leggere per capire meglio una delle figure più complesse e singolari che hanno rappresentato, al di là dei giudizi positivi o negativi, l’eccellenza dei grandi economisti del nostro paese.

Ma cosa farà Draghi in futuro, visto che ha sempre calcolato con cura i rischi delle sue mosse, cercando di minimizzare i margini di errore? D’altronde, ha sempre giocato bene le sue carte, aiutato da competenza, coraggio e da una maschera imperscrutabile dietro la quale celare i propri reali obiettivi.

Pertanto, siamo certi che la prossima scelta sarà attentamente ponderata e senz’altro improntata sia all’understatement che lo ha sempre caratterizzato sia all’adagio tedesco per cui “tanto maggiore è il potere, tanto più grande deve essere il grado di sobrietà.”

L’ENIGMA DRAGHI – FAZI EDITORE – 2020

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