Patria, di Fernando Aramburu è una prova che “gli anni di piombo” non sono avvenuti solo in Italia. Infatti il terrorismo separatista basco ha causato nel corso di circa 50 anni ben 829 morti. Gli attacchi cominciarono sotto e contro il franchismo, ma la gran parte degli omicidi firmati dall’ETA (Euskadi Ta Askatasuna) è avvenuto in democrazia. Poliziotti, magistrati e politici sono caduti sotto i loro colpi, ma anche normali cittadini come giornalisti, imprenditori e liberi professionisti.
L’ETA ha combattuto fino al 2011, quando, decimata dagli arresti e dalla perdita di consenso, proclamò la resa. Dietro di sé lasciava macerie nel tessuto sociale delle comunità colpite, nel seno delle quali riannodare i vincoli della – civile e pacificata ? – convivenza non sarebbe stata un’impresa facile.
E’ questo il tema centrale narrato da Fernando Aramburu in Patria, romanzo che ripercorre trent’anni di tragedia basca, facendo parlare il popolo: le vittime, gli assassini e coloro che in mezzo son sospesi. E non si tratta solo di ignavi.
Patria è l’affresco della storia di due famiglie che, saldate da antica amicizia e capitanate entrambe da donne forti, si ritroveranno poi divise dalla violenza.
La prima, Bittori, ha perso il marito, il Txato, trucidato per aver rifiutato di pagare balzelli ai separatisti. Cresce da sola i due figli Xabier e Nerea, che vorrebbero lei dimenticasse il passato.
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La seconda, Miren, ha invece un figlio terrorista, Joxe Mari – al quale, in un delirio di cecità materna, farà da scudo sino all’ottenebramento fanatico – ma il marito Joxian sempre al suo fianco.
Le storie sono intimamente intrecciate. È il ragazzo ad aver ucciso Txato, l’ex amico di famiglia? E cos’è che ha mandato tutto in malora? Gli ideali, la “rivoluzione”, le differenti anime di uno Stato o, più semplicemente, una sottaciuta invidia sociale tra vicini, come spesso alberga nei cuori dei compaesani?
Patria è un librone di 626 pagine – oltre ad un imprescindibile glossario di euskera, la lingua basca – caratterizzato da una prosa ariosa e potente, malgrado la ristrettezza di certi cuori e certe menti che invece racconta.
In Patria non vi sono tesi precostituite, ma si parla della fascinazione dei giovani verso il movimento e gli ideali rivoluzionari che sfocia nella lotta armata per l’indipendentismo, il cui effetto è la creazione di un microcosmo poroso di omertà, sospetti, rancori e minacce, in una località immaginaria dei Paesi Baschi.
Qui non siamo a Macondo, né nella Lubecca dei Buddenbrook, ma le dinamiche delle singole esistenze raccontate, lo sguardo attento sulla storia recente spagnola – anche alla luce dei recenti avvenimenti in Catalogna – le tensioni tra i personaggi ed il loro essere, tutti, comunque delle vittime, faranno breccia nei cuori anche dei lettori più accorti.
PATRIA – GUANDA – 2017
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