Recensione di Piccolo Atlante Dei Cibi Perduti – Alberto Capatti


Piccolo Atlante Dei Cibi Perduti Recensioni

Piccolo Atlante Dei Cibi Perduti è uno scrigno delle tradizioni legate al cibo. Spesso dimentichiamo come e perché una ricetta è arrivata fino a noi.

L’Italia è una nazione unica, fatta di tante consuetudini. Abitudini che variano anche solo nelle sfumature da una regione a quella vicina per territorio.

In Piccolo Atlante Dei Cibi Perduti, l’autore Alberto Capatti ci porterà quindi in giro per l’Italia alla scoperta di quei cibi, e quindi di quelle ricette, che oggi sembrano perse nelle pieghe del tempo. Ma che invece fanno parte del nostro tessuto alimentare fino a crearne il DNA dei piatti che mangiamo in questi giorni.

“Si può invece cercare questi cibi perduti molto lontano nel tempo, essendo irreperibili se non in qualche manoscritto tardomedievale o in un ricettario stampato a Venezia nel XVI secolo.”

L’autore ci mostrerà come il mondo cambi continuamente. Pensiamo solo a quando non c’era il frigorifero. E come tutto quello che gira intorno al cibo può diventare cultura poi per lo stesso popolo interessato.

I cibi, alimenti, preparazioni o modi di dire dedicati, cominciano dalla A e arrivano fino alla Z. C’è per esempio il nome ‘Alfredo’. Quanti di noi italiani si sono chiesti girando per il mondo, perché la pasta (e non solo) è collegata a questo nome?

“In via della Scrofa, a Roma, c’era un’osteria cui il proprietario aveva dato il proprio nome. Siamo nel 1914, ci ricorda Luca Cesari nella sua Storia della pasta in dieci piatti(2021, la nostra recensione la trovi QUI), e le fettuccine, impastate con farina, tuorli d’uovo, un bicchier d’acqua, erano le specialità che il gestore Alfredo condiva con parmigiano e rigirava nel piatto di fronte al cliente. Fu il servizio a creare una certa nomea al piatto, che divenne una specialità attrasse turisti di ogni genere.”

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Piccolo Atlante Dei Cibi Perduti è ricco d’informazioni e anche da libri dai quali prendere spunto, come ‘Il talismano della felicità’ per esempio, e ha anche ricette sparse tra i racconti.

Viaggeremo nel tempo tra usanze dimenticate verso sfarzi e anche capacità di arrangiarsi. Ogni cibo verrà raccontato con passione dalla A di ‘Abalon’ alla Z di ‘Zuccaro’. Ogni racconto è arricchito di particolari storici, curiosi, e interessanti, che rendono la lettura piacevole, scorrevole e appassionata.

Capitolo finale dedicato alle nonne e ai tanti libri che sono usciti con questa accezione nel titolo.

“La nonna e la tradizione sono diventati l’anima della cucina di casa italiana, e i ricettari che presentiamo ci permettono di esplorare quanto è perduto se non nelle parole, nei fatti, e di riproporlo all’attenzione, recuperandolo.”

Stavolta la classificazione sarà per anno di uscita, partirà dal 1957 fino ad arrivare al 2017, passando per un gran numero d’informazioni preziose e recuperate dall’oblio.

Piccolo Atlante Dei Cibi Perduti è un libro che va letto anche solo per capire come certe ricette sono arrivate a noi.

E’ un regalo adatto all’amico cuoco ma anche a chi se ne intende di storia e vuoi studiare passando per una via poco convenzionale.

PICCOLO ATLANTE DEI CIBI PERDUTI – ALBERTO CAPATTI – 2022

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