Sono L’Irlanda di Patrick Pearse – Recensione

Sono L’Irlanda di Patrick Pearse – Recensione

Sono L’Irlanda. Patrick Pearse potrebbe ancora gridarlo forte!

L’Irlanda dell’inizio ‘900 è un paese pronto ad esplodere. Seppur ancora una minoranza, i ribelli sono pronti a dare battaglia contro il nemico inglese.

L’isola verde è una terra quasi mistica, dove l’eredità dei Celti è viva più che mai e dove la religione occupa una parte importante della vita di tutti i giorni.

Patrick Pearse lo sa perfettamente. La sua conoscenza è sconfinata. Lui, il letterato combattente. Lui, il poeta rivoluzionario. Il martire.

In Sono L’Irlanda esce prepotente l’amore per la propria terra. Ed esce prepotente anche l’odio per l’invasore: “Chi ha assassinato tuo nonno? Chi ha frustato a sangue la schiena di mia nonna? Chi, se non gli inglesi? Siano maledetti…”

I racconti e le poesie di Pearse hanno tutti un comun denominatore: la lotta. Lotta come voglia di reagire ai soprusi degli inglesi, lotta come desiderio di rivalsa. La vita degli uomini diventa preziosa quando viene sacrificata, assume un valore sacro quando ci si immola per la patria. Per l’Irlanda.

Negli scritti dell’autore dublinese si presta molta attenzione all’aspetto geografico, al territorio, alla descrizione minuziosa del paesaggio. Emblematica in questo senso è la grande attenzione concessa alla natura e agli animali.

Emerge con forza la necessità di ribellione, affiora intensamente la necessità di immolarsi. Si rivela fermamente il bisogno di un eroe, di un guerriero valoroso che combatta per la propria gente: “Questa è la voce della gioventù. I vecchi attendono la morte, mentre i giovani le vanno incontro.”

Si percepisce una propensione verso quel tipo di martirio proprio del cristianesimo. Si riconosce l’esaltazione del sacrificio della vita come dovere per il proprio popolo, come dovere per le generazioni avvenire.

Grande importanza ai bambini, alla loro purezza e alla loro sana ingenuità. Di grande interesse l’esaltazione della figura femminile che risulta essere ai limiti della beatificazione, celebrata come combattente silenziosa: “Non li rimprovero. Signore, non rimprovero miei due figli che ho visto uscire per infrangere la loro forza e morire con pochi altri in una rivolta sanguinosa per una causa gloriosa. Il loro popolo racconterà di loro, le generazioni li ricorderanno e li chiameranno benedetti.”

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Gli scritti di Pearse tradotti da Daniele Lucchini non possono lasciare indifferenti. Il lettore non può che essere conquistato dalla coerenza e dalla determinazione del nazionalista irlandese. Per poter combattere il nemico inglese serve tanto coraggio.

In Sono L’Irlanda la personalità di Patrick è dirompente. Avvocato, poeta, insegnante di gaelico, promotore della cultura irlandese. Volontario dell’Esercito Repubblicano, fucilato durante la Rivolta di Pasqua del 1916.

In fondo la sua missione era proprio quella.

Forse si nasce poeti, forse si nasce rivoluzionari. Soprattutto quando pensiero e azione vanno di pari passo.

“…intoneremo tutti il canto di guerra contro quei soldati in uniforme nera, prima di finire sotto terra.”

SONO L’IRLANDA – HIBERNICA – 2022

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