Fame D’Amore è il titolo azzeccatissimo di un piccolo scrigno autobiografico, con un sottotitolo, la mia anoressia, che lo amplifica come un potente woofer di quelli che pistano di brutto ad alto volume nei grandi concerti.
La storia si snoda con una semplicità commovente in varie città italiane ed estere, tra le quali troviamo Udine e Treviso, città importanti per l’autrice e protagonista Chiara Andreola e luoghi chiave della stessa fame d’amore.
In Fame D’Amore, la sincerità dell’intimo racconto personale fotografa l’anoressia come un’eventualità tutt’altro che segreta.
Anzi Chiara, riesce a parlare di sé con ironia, dei suoi guai con il futuro marito e degli stessi problemi della malattia. Per mettere in guardia chi come lei ci è incappato e non riesce a gestirla.
La più grande capacità di questo ‘docuromanzo’ è di mettere a proprio agio il lettore fino alla fine, dove oltre al vissuto di Chiara troverà un saggio di Silvia Della Casa sui DCA, i Disturbi del Comportamento Alimentare.
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Nelle vicende dell’autrice si possono rispecchiare tante donne, ma anche uomini, che seguendo i pregiudizi sociali sul peso sono finite a controllare ogni singola caloria.
A espellere il cibo senza controllo e a sentirsi in colpa per l’incapacità di convivere serenamente con il proprio corpo.
Chiara Andreola diventa così un esempio per tutti, non solo per chi lotta ogni giorno con il peso, ma anche per chi vede l’anoressia, la bulimia e le altre patologie legate all’alimentazione come qualcosa di inconcepibile o da deridere scioccamente.
E’ una realtà come altre. L’esistenza può portare a mostrarci qualcosa che in realtà non esiste. Sembrerebbe una banalità, ma il nostro cervello può condizionarci al punto di rovinarci la vita.
Esistono persone come Chiara Andreola però che permettono di sdoganare questi problemi. Di non lasciarli quindi chiusi, in un bagno per esempio o in una dieta, mentale e innaturale.
FAME D’AMORE – CITTA’ NUOVA – 2015
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