Trainspotting 2 o Porno? Prima di decidere bisogna ricordarsi il motto di Renton nel primo capitolo della saga welshiana, ovvero “ho scelto di non scegliere”.
Già, perché c’è poco da scegliere in questo caso. Questo non è il seguito di Rocky, dove lo Stallone Italiano batte finalmente Apollo Creed. Qua non c’è rivincita che tenga il confronto con una ‘sana dipendenza da eroina’.
Insomma, qua non c’è nulla da vincere o da perdere. C’è solo un seguito, uno sgangherato ritorno alla vita di quattro sballati, svitati e sconclusionati, un tempo eroinomani, che vent’anni dopo tentano di restare a galla per sopravvivere a modo loro.
E la regia del premio Oscar, Danny Boyle, fa tutto il resto.
Sta allo spettatore decidere se la nuova vita di Renton, Sick Boy, Spud e Begbie piaccia oppure no.
Come faresti con un amico che hai perso di vista da tanti anni e all’improvviso lo ritrovi per un drink e ci scambi due chiacchiere. Alla fine dell’incontro, esprimi un giudizio sulla sua condizione attuale rispetto a quando lo hai lasciato.
Sì, perché è impossibile decidere un seguito per il cult Trainspotting che accontenti tutte le aspettative. La gente cambia nel tempo e così i personaggi che Irvine Welsh ha plasmato in modo talmente credibile da renderli amici, o nemici, di ogni spettatore.
Trainspotting 2 è ispirato a Porno, un romanzo di Welsh del 2002, che però si rifà a realtà e ad aspetti sociali che oggi fanno sorridere. Tipo il sesso amatoriale on-line (oggi basta uno smartphone per pubblicare un porno in rete e c’è chi lo usa per accrescere la popolarità che non ha riscosso al cinema, in tv o sui social media) e il web era ancora agli albori, non c’era Facebook, Whatsapp, Twitter, Instagram e compagnia bella e tanto, troppo, divideva l’esordio del nuovo millennio da quello che è diventato oggi.
Infatti, Danny Boyle, letto il romanzo, propose subito un Trainspotting 2 ispirato direttamente a Porno, ma la sceneggiatura non funzionava, a detta loro, e il progetto rimase fermo per dieci anni fino a quando John Hodge non calibrò una storia a metà tra il romanzo e quello che era diventata la vita quotidiana dopo l’avvento dei social media, degli smartphone e di tutto quello che ogni giorno ci riempie la vita.
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L’eroina lascia il posto alla cocaina che crea una dipendenza ancora più infima perché psicologica prima che fisica.
Inoltre Ewan McGregor, dopo che Leonardo Di Caprio gli aveva soffiato il posto in The Beach, altro cult di Boyle, non avrebbe retto a essere ‘solo’ una spalla di John Lee Miller, ovvero Sick Boy, così come accade in Porno e quindi bisognava ristudiare tutta la storia.
Il sorriso di Renton è lo stesso celebre che mostra spavaldo all’autista che lo ha investito mentre fugge dopo un colpo nel primo Trainspotting. Ma Ewan McGregor ha nello sguardo il cambiamento, le tante grandi interpretazioni in film di spicco mondiale. Chi lo ricorda prima del successo planetario, sa che aveva già bucato lo schermo in un altro piccolo cult, sempre di Danny Boyle, ovvero Piccoli Omicidi tra Amici, dove in un noir a tinte elettroniche se la sfangava un pò alla Renton.
Tutto il resto è familiare, quasi casalingo, per un affezionato. Anche avvincente per un avventore perché la regia di Boyle è superlativa, e le due ore di film volano e anche chi ha amato Porno, può tranquillamente apprezzare Trainspotting 2, il seguito di un cult senza tempo.
Una fotografia spassionata dei momenti migliori e peggiori di un uomo di quarant’anni alle prese con una vita che gli appartiene solo perché costretto, che sta a significare che il tempo passa per tutti, anche per chi ‘ha scelto di non scegliere’.
PORNO – GUANDA – 2003
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