Altre Stanze di Vanni Santoni – Recensione

Altre Stanze di Vanni Santoni – Recensione

Altre Stanze è una nuova invenzione dello scrittore Vanni Santoni. Ci ha abituato a trovate originali e stavolta ci tira per mano dentro un mondo surreale, lisergico e onirico.

Una lettura deve permetterci di viaggiare in mondi paralleli creati dalle fantasie degli autori e stavolta voliamo nella mente e nell’inconscio. Tra buio e luce come se in una stanza (una delle tante) qualcuno avesse fatto oscillare una lampadina accesa. L’oscillazione ci darebbe riferimento ma anche un senso di smarrimento.

In Altre Stanze ci sono appunto un sacco di stanze, e il titolo ce lo anticipa, ma nessuna è uguale all’altra. Nessuna è prevedibile e ognuna ci tira dentro a una sfaccettatura dell’animo umano.

Visioni che scuotono la coscienza, che la coccolano, che la impressionano e che la portano a ragionare come la mente possa inventare situazioni e scene assolutamente incredibili.

“La stanza 30 è ampia e soleggiata, coi gechi che a volte scalano i vecchi muri di terra cruda.”

Stanze dove ci sono le pareti, altre invece le porte, in altre sgorga l’acqua, in altre il sangue, in alcune prodiga il buonsenso in altre no, scene di vita fantastica e alle volte quotidiana.

“La stanza 63 è un cesso pieno di ragni.”

Immagini e azioni che si dipanano nei modi più disparati coinvolgendo il lettore e mandandolo in giro tra ossessioni e sbagli, vittorie e pregiudizi, logorii e abitudini insane ma anche verso la luce e l’equilibrio in un altalenante sorpresa della stanza successiva.

“Nella stanza 52 hanno costruito un altare di missive e di romanzi francesi, tutti rifiniti d’oro.”

C’è poi da encomiare il vocabolario dell’autore sempre più ricco da libro a libro che rende la lettura suggestiva e precisissima nel narrare.

“La stanza 90 era per lo più pulita, e silenziosa:
c’erano però lo sperma dell’impiccato
e l’urlo della mandragora estirpata.”

Un libro che ti tira dentro come se Vanni Santoni fosse davanti a te e ti portasse nei suoi sogni, incubi, alle manifestazioni alterate della sua mente.

Verrebbe da chiamarla raccolta di poesie, ma è troppo poco. Questa è una raccolta di immagini che si concretizzano nella lettura. Come ologrammi di sogni che possono assumere qualunque forma dettata da un’indomita parte del nostro cervello.

Significati obliqui che spaziano anche in inglese, Altre Stanze ha il testo a fronte. E che vivono di luce propria al punto da sfaccettarsi a seconda del lettore che le incontra.

Per me per esempio la preferita è questa:

“Nei vecchi territori della stanza 72
c’è chi dice d’aver bevuto dalla chiara sorgente
e udito il canto del fringuello;
non io: io potevo solo bere il sangue salato
da cuori strappati, un frutto di lacrime
nefasto come il tramonto.”

Ce ne sono 198 di stanze, o “Room”, quindi c’è solo l’imbarazzo della scelta di decidere in quale di queste il lettore “metterà le tende.”

Ci sono inoltre giochi di parole, in inglese e in italiano, un linguaggio assai forbito, e una musicalità che la elevano dalle altre raccolte simili.

E’ anche un libro consigliato all’amico/a in cerca di letture che con un flash lo/a tirano dentro al discorso. Se vuoi lo compri QUI

ALTRE STANZE – EDITORIALE LE LETTERE – 2023

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