Di Notte Tutto È Silenzio A Teheran di Shida Bazyar – Recensione


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Di Notte Tutto È Silenzio A Teheran di Shida Bazyar ci consegna trent’anni di storia dell’Iran, dalla fine degli anni’70 fino quasi ai nostri giorni. La storia di un paese attraversato dalla rivoluzione. Dilaniato da scosse politiche così profonde, d’aver scagliato lontano, molto lontano coloro che sono sopravvissuti. “Sputandoli” fuori dai propri confini.

«I tuoi esuli non ci hanno pensato abbastanza, sta ripetendo Behsad, mentre procediamo nella notte fredda, loro non imparano dagli errori, un giorno vogliono il comunismo, il giorno dopo lo Scià, non impareranno mai che ci sarà sempre sangue versato»

Il romanzo è raccontato in prima persona dalla voce di Behsad e Nahid, coppia nella vita e nell’attività politica e dei loro figli Laleh, Mo e Tara. La narrazione di Di Notte Tutto È Silenzio A Teheran parte dai fatti del 1979 al tempo della rivoluzione con la cacciata dello Scià, considerato ormai solo un despota corrotto e con l’arrivo dello Ayatollah Khomeini, il quale sarebbe diventato, da lì a poco, il capo supremo della repubblica integralista islamica. L’opera cattura il passaggio politico e storico in Iran da una dittatura all’altra.

Ma nulla è mai come sembra e la grandezza di alcuni libri è mostrarci proprio questo. Tra la cacciata dello Scià e l’avanzata del fondamentalismo islamico, infatti, ci sono i sogni di una generazione rivoluzionaria laica e di sinistra. Ci sono i sogni di Behsad e Nahid due studenti, attivisti comunisti che si trovano nel 1979 a lottare per la libertà del proprio paese. Per il diritto alla libertà di parola, di espressione. Contro l’imperialismo americano. Per il diritto alla salute, allo studio. Lottano e nel frattempo si innamorano.

la scrittrice iraniana Shida Bazyar basandosi sul vissuto della propria famiglia, rifugiatasi in Europa a seguito di questi eventi, ci riporta l’esperienza di una parte di quei cittadini iraniani che ha manifestato, compiuto azioni di lotta; che è stata arrestata, torturata ed è sparita per dare una svolta al proprio paese. Svolta che non è mai arrivata ed ha lasciato il posto all’avanzata di una repubblica altrettanto oltranzista.

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In Di Notte Tutto È Silenzio A Teheran, pagina dopo pagina, veniamo introdotti nella quotidianità di Behsad e Nahid: l’organizzazione delle loro giornate “militari”, le fasi delle guerriglia, i momenti di clandestinità. La vita all’interno delle famiglie e dei quartieri di Teheran. È interessante percepire l’iniziale alleanza dei comunisti con il movimento religioso, uniti per deporre lo Scià quando nulla ancora faceva presagire il tragico epilogo.

«Erano sul campo di battaglia e per le strade nostri fratelli e nostre sorelle, uniti contro la monarchia, l’oppressione, l’imperialismo americano. Eravamo tanti ed eravamo forti, e lo siamo ancora. Anche se alcuni credono nel potere di Dio e nelle lotta armata e gli altri nel Manifesto del partito comunista e nel pacifismo.»

Tragico epilogo che porta poi Behsad e Nahid a dover scappare dal proprio paese in Germania dove si trovano vivere nello stato iniziale di esuli. Con tutte le difficoltà di chi deve sopportare e affrontare una diaspora. Di chi deve ricominciare.

Da questo momento in poi gli anni successivi, fino al 2009, sono raccontati dai loro figli Laleh, Mo e Tara che nel frattempo nascono e crescono in un paese europeo pur mantenendo sempre uno stretto legame con le proprie origini. Ma soprattutto tenendo sempre vivo un saldo filo rosso con i fatti politici iraniani.

Manifestazioni, contraddizioni, razzismo, politica, “essere dentro o fuori”, condividere, senso di estraniazione, sono tutti temi che intrecceremo. Specchio di chi si porta dietro ferite mai sanate.

Il conto aperto, con la storia di un paese non risolto, non si chiude mai così facilmente.

«Di notte tutto è silenzio a Teheran. Durante il giorno c’è tanto rumore. Sono così rumorose le persone dentro casa, così rumorosa la loro voce, se riguarda cose poco importanti.»

DI NOTTE TUTTO È SILENZIO A TEHERAN – FANDANGOLIBRI – 2023

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