Recensione di Fratture A Legno Verde – Antonio Ferrara

Recensione di Fratture A Legno Verde – Antonio Ferrara

Il titolo di questa raccolta di poesie di Antonio Ferrara, Fratture a legno verde, è già in sé metafora perfetta dei sentimenti raccontati. Si chiamano fratture a legno verde quelle tipiche dell’infanzia perché, come un ramoscello verde, le ossa di un bambino più che rompersi si deformano.

Antonio Ferrara utilizza la poesia come anello di congiunzione tra passato e presente. Dove il passato è sepolcro della memoria ma anche fonte di nutrimento per il presente. La costruzione dei versi riesce, in modo magistrale, a dare equilibrio ai sentimenti che vengono svelati con una intermittenza lacerante

Nel parco ho visto /gli occhi compassionevoli /dei cani e ti ho pensato./Odore di terra smossa /e i vermi sotto a brulicare, / e ti ho pensato. /Essere amati è tutto./Chi cresce senza amore / non se lo scorda, /gli dura tutta la vita /dentro, come un buio.

In Fratture a legno verde, il senso dell’ abbandono e della mancanza rimbomba cupo nell’antro della sofferenza legata alla coscienza di ciò che è stato e di ciò che è.

Versi che rivelano un ripiegamento interiore verso quella parte di noi ancora innocente non sottoposta al ricatto del “necessario.”

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Dentro di me, / da qualche parte / assopito, / c’è ancora / un bambino / che non piange / non piange / e disegna cavalli

Nelle poesie di Antonio Ferrara non c’è straniamento, il lettore non è costretto a “decriptare” pensieri e sentimenti, leggendo si immerge immediatamente nella concretezza del reale.

Un chilo di dolore / un etto d’amore / tra olive datteri e canditi. / Una scheggia di speranza /almeno /per ogni legno partito, /per ogni piede bagnato di mare, / almeno. /Scegliete al mercato /parole mature /tra le acerbe /marce appuntite. /Fate domande. /Chiedete se hanno /pane e da bere. /Se hanno paura. /Fate con la parola /come racchiude /un abbraccio.

Estraneo al “calcolo letterario” dunque, in Fratture a legno verde non ci sono fughe verso l’indefinito ma esperienze concrete “nell’essere” e i sentimenti raccontati si fanno universali.

Ancora ti tiri su / i capelli per piacermi, / ancora scrivi / Amoremiotiamo. / Non ero bello io / nemmeno prima, sai,/e questo è il mio vantaggio, / così anche da vecchio / adesso sono brutto uguale. / Tu bella ancora sei, / e sempre misteriosa. / Forse mi vuoi ancora, / che fortuna.

FRATTURE A LEGNO VERDE – INTERNO POESIA – 2017

 

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