La Variabile Rachel di Caroline O’Donoghue – Recensione

La Variabile Rachel di Caroline O’Donoghue – Recensione

La Variabile Rachel opera di Caroline O’Donoghue, racconta un passaggio fondamentale dell’esistenza umana: i vent’anni. Gli anni che ci fanno uscire dall’adolescenza, che ci rendono dei predestinati all’età adulta, ma non del tutto, non ancora.

Gli anni delle vere turbolenze affettive, degli amori per sempre ma non sempre, delle sfide lasciate a metà, delle amicizie quelle “vere profonde uniche”, delle domande appese che spesso una risposta non l’avranno mai.

I vent’anni raccolgono tutto il potenziale di quello che diventeremo, salvo poi perderlo per strada a volte.

In La Variabile Rachel i protagonisti di questo romanzo sono Rachel e James, ventenni per l’appunto. Entrambi originari di Cork in Irlanda, conducono lì la loro esistenza.

Siamo nel 2008, in piena crisi economica, che travolge il paese. Rachel benestante, studia Lettere all’Università, ma si trova a dover fare i conti con la caduta finanziaria della sua famiglia. James precario, si cimenta in vari impieghi per mantenersi. Entrambi per necessità finiscono a lavorare nella libreria principale della città. La libreria il luogo simbolo dove la loro amicizia ha inizio, anzi dove tutto ha inizio.

La Variabile Rachel è un romanzo di formazione, impareremo a conoscere non solo i due protagonisti, ma tutti i personaggi che hanno una parte fondamentale in questa storia, a nessuno di loro, infatti, spetta il ruolo di comparsa.

Sappiamo sin da subito che Rachel frequenta, senza grande entusiasmo la facoltà di Lettere con la vaga aspirazione di entrare nel mondo dell’editoria. C’è un solo professore di cui è invaghita e che le smuove l’anima è Fred Byrne, docente di Letteratura.

«Nel caso del Professor Byrne era diverso volevo davvero farci sesso. E non solo perché era uno sconosciuto in una stanza angusta. Avevo una cotta per lui dal primo anno, una cotta che tenevo per me perché mi sembrava uno stereotipo… avevo il ragionevole sospetto che sperassimo tutte quante di farci il professore Byrne. E cosa ancora più stuzzicante aveva una moglie»

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Il Professore Byrne entrerà a parte della vita di Rachel, ma nulla per fortuna è mai come sembra. Perché di fatto il professore Fred Byrne entrerà soprattutto nella vita di James. Eh sì perché nel frattempo Rachel e James, da semplici colleghi diventano coinquilini e “anime karmiche” legate da un’amicizia rara. Condividono tutto casa, aspirazioni, sbalzi umorali, segreti sentimentali. E alla fine devono anche accettare le debolezze, le fragilità di ognuno. Le proprie ricerche di identità, i propri percorsi.

«In Irlanda la primavera comincia il 1° febbraio. Credo sia un retaggio pagano perché di sicuro non dipende da ragioni climatiche. Febbraio è sempre nuvoloso gelido e si intravede giusto qualche giovane germoglio oltre i cancelli del Bishop Lucey Park. Quella primavera però era diversa, perché i promettenti germogli che cercavano du spuntare a velocità supersonica dalla terra congelata eravamo io e James.»

Rachel dovrà comprendere l’amico, aiutarlo ad accettare il suo essere queer, in un’Irlanda dove l’asticella dell’intolleranza era ancora alta, accettare il suo amore, la sua passione verso il professore arrivata per caso. E James accompagnerà la sua amica in gran parte delle vicende che la riguarderanno: fallimenti, amori deludenti o importanti, aspirazioni lente ad arrivare, il senso di inadeguatezza che a vent’anni spesso ti coglie senza alcuna preparazione.

E non mancheranno grandi equivoci, bugie, piccole tragedie in questo romanzo che è più di triangolo di intrecci soprattutto quando in gioco entrerà la moglie del Professor Byrne…

La Variabile Rachel è da approcciare non con nostalgia, ma con la consapevolezza che i nostri vent’anni sono nascosti da qualche parte pronti a movimentare sempre la nostra esistenza.

«Leggendo la variabile Rachel, forse ripenserete agli amici che avete perso di vista e a quelli che fanno ancora parte della nostra vita, a chi vi ha spezzato il cuore e a chi vi ha tenuto i capelli mentre vomitavate l’anima, ai concerti che erano vere e proprie esperienza mistiche, alle delusioni, ai tradimenti…»

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