Recensione di L’Epidemia Sovranista – Sergio Romano


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Anni fa abbiamo iniziato a scorgere in lontananza, come oltre la collina,  esseri umani con rigurgiti di  populismo, che cercavano unendosi timidamente, molto timidamente, di far tornare a galla ceppi di sovranismo, convinti di star perdendo la propria sovranità.

Oggi siamo decisamente nella fase 3.0 di questa Epidemia Sovranista.

Non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa e ben oltre, circola questa nuova ondata di sentimenti che portano intere nazioni alla chiusura, all’involuzione totale o a questo aspirerebbero.

Malcontento generale che viene incanalato ad uso e consumo di qualcuno e rigorosamente a scapito di qualcun altro.

Questo libro, di Sergio Romano (mica pizza e fichi), ci racconta in che modo e con quali differenze di luogo in luogo, il sovranismo si sia affermato.

Partendo da una distinzione fondamentale.

Nazionalisti e sovranisti, in cosa si somigliano e per cosa possono distinguersi l’uno dall’altro.

«Hanno tratti comuni: una mentalità giustizialista, uno stile tribunizio, un concetto populista dell’economia e una vena autoritaria. Dicono di essere in guerra contro i poteri forti e considerano l’immigrato un potenziale nemico.»

L’individuazione di un nemico è alla base di tutto, e soprattutto in caso di confronto sta bene su tutto, come il cacio sui maccheroni proprio.

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Ma tornando a L’Epidemia Sovranista, questo libro ci spiega semplicemente i passaggi che sono stati necessari per arrivare ad oggi.

Dunque attraversiamo capitoli come La fine delle ideologie, La globalizzazione e i suoi nemici, La crisi europea. I migranti: da ricchezza a minaccia.

Il tema più dibattuto in quegli anni era il multiculturalismo. Che cosa avrebbe dovuto fare lo Stato democratico di fronte a un fenomeno di tali dimensioni? Lasciare che i nuovi arrivati si organizzassero con i criteri delle vecchie migrazioni d’oltreoceano, quando nelle grandi città degli Stati Uniti nascevano quartieri italiani, ebrei, tedeschi, irlandesi?

O cercare per quanto possibile di integrare i nuovi arrivati nel Paese che li aveva accolti?

C’è anche l’attualissimo capitolo su La Gran Bretagna, un Paese in cerca di se stesso, ci parla della Merkel, del razzismo, di Trump, Putin e Salvini, dell’Unione Europea con i suoi protagonisti, le sue votazioni e aspirazioni.

Molte sono le dinamiche politiche e sociali che Sergio Romano ci fa comprendere meglio ma io, al netto di tutto, per il futuro mi rifaccio al Riccardo III di Shakespeare di cui si trova riferimento alla fine del libro.

Buona lettura!

L’EPIDEMIA SOVRANISTA – LONGANESI – 2019

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