Vini D’Italia 2024 di Gambero Rosso – Recensione

Vini D’Italia 2024 di Gambero Rosso – Recensione

Vini D’Italia 2024 è la nuova guida del vino che il Gambero Rosso con generosità e dedizione propone al pubblico. Una scelta vasta proprio a cominciare dagli assaggi che hanno un numero impressionante vicino alle cinquantamila bottiglie.

Il vino in Italia è un caposaldo e un punto di riferimento per l’estero. Ogni anno, anche con i cambiamenti climatici, si trasforma, si evolve e regredisce a seconda dei casi.

In Vini D’Italia 2024 andiamo alla scoperta della nostra nazione attraverso la produzione vinicola. Da nord a sud e da est a ovest verso un gusto sicuro a firma del Gambero Rosso.

Sono oltre venticinquemila i vini presenti nella guida. Con tantissime novità a partire dalle stesse cantine che superano la quota di duemilacinquecento. 498 i tre bicchieri, 174 i tre bicchieri verdi e 56 i tre bicchieri sotto i 15 euro.

“Per avventurarsi con cognizione in questo complicato e affascinante scenario c’è sicuramente bisogno di una Guida, e noi con i nostri appassionati collaboratori e un’organizzazione ormai rodatissima siamo la risposta alla domanda dei consumatori “curiosi e golosi” e agli operatori del settore, italiani e internazionali.”

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Da trentasette anni a questa parte la guida dei vini del Gambero Rosso è un punto riferimento, sempre più mercato, del panorama vitivinicolo italiano. Anche quest’anno non delude le attese del lettore con semplicità ed efficacia nel proporre le sue scelte e orientare quindi il consumatore su cosa veramente sta cercando il suo palato.

Ogni vino è proposta in maniera esaustiva ed essenziale con il nome, la casa vinicola, con un appassionato racconto della stessa e tutti i riferimenti necessari per compiere una scelta oculata ed emozionante.

Nella giornata di domenica 15 ottobre 2023 ha avuto luogo a Roma la presentazione della nuova guida Vini d’Italia 2024, a cura del Gambero Rosso.

L’evento – la cui conduzione era affidata a Gianluca Semprini – è iniziato alle 10.30 presso il Teatro Brancaccio.

La kermesse è stata aperta dal Prof. Renato Brunetta, Presidente del CNEL, con un arguto intervento che, partendo dal luddismo, invitava ad affrontare le sfide e le opportunità date dall’innovazione tecnologica (intelligenza artificiale, robotica, mappature satellitari) anche nel campo della produzione vinicola.

(cliccare sulle foto per ingrandirle)

Lo stesso presidente del Gambero Rosso Paolo Cuccia ha ricordato come oggi il mondo vino sia molto attento sia all’ambiente che all’aspetto economico e sociale, dando appuntamento al Global Summit del Gambero Rosso del 31 gennaio 2024 a Torino.

Le degustazioni finali di Vini d’Italia – dove sono stati coinvolti 2.300 vini– hanno dato lo spettacolare risultato di 498 vini premiati con i Tre Bicchieri.

Ad elencare tutti i vincitori, regione per regione, i curatori della Guida Vini d’Italia 2024 del Gambero Rosso Giuseppe Carrus, Marco Sabellico e Gianni Fabrizio e, tra un blocco e l’altro, l’assegnazione dei 12 Premi Speciali della Guida Vini d’Italia 2024, che di seguito riportiamo.

Il premio Rosso dell’Anno va al Barolo Vignarionda Ester Canale Rosso 2019 di Davide Rosso, ennesima conferma della Langa come uno dei grandissimi terroir dell’enologia mondiale.

Il Bianco dell’anno viene dal Friuli: è il Collio Chardonnay Riserva 2018 di Marko Primosic, che ci dimostra ancora una volta come i bianchi italiani possano essere affascinanti e longevi.

Le Bollicine dell’Anno rimangono appannaggio della Lombardia con la Franciacorta Nature 2016 della Gatti, maison storica della denominazione.

Il Rosato dell’Anno è il Cerasuolo d’Abruzzo Tauma 2022 di Giuliano Pettinella. Un rosato dal tratto verace, identitario, che evoca ricordi di un sapore lontano.

Il Vino da Meditazione dell’Anno è un Marsala Vergine Riserva 2011 della Florio. Un nettare che, una volta assaggiato, è difficile da dimenticare!

La Cantina Emergente è la Ceri di Carmignano, che debutta in Guida con una affascinante versione di Carmignano, la Riserva Arrendevole 2020.

La Vignaiola dell’Anno è Marinella Camerani di Corte Sant’Alda, che alla premiazione ha regalato alla platea senso dell’umorismo e riflessioni sul mondo vinicolo affatto scontate.

Il Premio per il Progetto Solidale va all’azienda Velenosi, che porta avanti da alcuni anni un’iniziativa virtuosa che aiuta un gruppo di ragazzi autistici.

Il Premio per la Viticoltura Sostenibile va a un’azienda umbra, Terre Margaritelli di Torgiano, esempio di viticoltura di qualità rispettosa dell’ambiente e dei valori sociali. Producono legname e vino, in modo da chiudere un cerchio produttivo virtuoso.

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Il Miglior Rapporto Qualità Prezzo quest’anno è rappresentato dal Mandrolisai Rosso Fradiles 2021 della Fradiles di Atzara, un rosso memorabile ad un prezzo più che accessibile.

Il Premio Speciale per la Cooperativa dell’Anno torna in Alto Adige e va alla Cantina Tramin, che da anni interpreta il territorio in maniera magistrale.

Infine, il premio di Cantina dell’Anno per questa edizione va alla Umani Ronchi di Osimo, azienda della famiglia Bernetti che veleggia da anni a livelli di eccellenza.

A valle delle premiazioni, ci siamo poi spostati nell’area Field del Palazzo Brancaccio per il pranzo e per l’inizio delle degustazioni.

Proprio durante il pranzo, a tavola abbiamo avuto una interessante chiacchierata con il Dott. Paolo Lauria, sommelier e marketing manager di Italesse, azienda triestina leader nel “glassware wine oriented”.

Le loro proposte di calici puntano a esaltare le sensazioni olfattive e aromatiche. Questo viene fatto grazie ad una progettazione che tiene come riferimento uno specifico vino, o tipo, e le sue caratteristiche.

Per questo motivo, Italesse, azienda da sempre consapevole dell’importanza del binomio forma / funzione, ha avviato sin dal 2018 Senses, un progetto che — partendo dallo studio e dal rispetto dei terroir del vino, dei vitigni, delle componenti aromatiche e delle sensazioni organolettiche — ha inteso progettare, attorno al vino, calici professionali in grado di valorizzare l’unicità di ogni etichetta superando il concetto di bicchiere varietale.

I calici vengono dunque progettati e proposti in base a specifiche caratteristiche aromatiche di ogni singolo vino perché questo possa essere valorizzato al meglio.

Ciò significa che i singoli vini vengono “spogliati” della propria complessità e destrutturati considerando gli aromi singoli come ribes, lamponi, pepe nero, fiori, etc. Gli aromi permettono di studiare in maniera più semplice e accurata le singole sensazioni organolettiche. Questo tipo di studio – che comunque non può fare a meno dei test con il vino nel calice – ha permesso di apportare essenziali modifiche all’architettura del bicchiere, basilare non solo per il design, la stabilità e l’equilibrio del calice, ma proprio per l’impatto che può avere nella percezione sensoriale del vino.

Alle ore 15 ci siamo poi spostati al Palazzo delle Esposizioni, che per la prima volta si apriva a un evento del genere.

Tutte le sale del piano terra e del primo piano ospitavano ampi banchi d’assaggio, sullo sfondo dei suggestivi scatti del fotografo britannico Don McCullin e di quello ucraino Boris Mikhailov.

Abbiamo iniziato le degustazioni tuffandoci nel mondo delle bollicine, assaggiando:

  • Gatti, Franciacorta Millesimo Nature ’16 (Lombardia)
  • Ferghettina, Franciacorta Dosaggio Zero Riserva 33 ’15 (Lombardia)
  • Scuropasso – Roccapietra, OP Cruasè Roccapietra ’17 (Lombardia)
  • Ricci Curbastro, Franciacorta Extra Brut ’18 (Lombardia)
  • Ferrari, Trento Extra Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore ’12 (Trentino)
  • Cavit, Trento Brut Altemasi Graal Ris. ’16 (Trentino)

Proseguendo il giro degli assaggi, abbiamo poi provato produzioni quali:

  • Cantina Tramin, A. A. Gewurztraminer Nussbaumer ’21 (Alto Adige)
  • Costaripa, RGC Valtènesi Chiaretto Molmenti ’19 (Lombardia)
  • Giuliano Pettinella, Cerasuolo d’Abruzzo Tauma ’22 (Abruzzo)
  • Cantina Colterenzio, A. A. Sauvignon Lafòa ’21 (Alto Adige)
  • Tenuta Travaglino, OP Riesling Campo della Fojada Ris. ’19 (Lombardia)
  • Di Meo, Fiano di Avellino ’22 (Campania)
  • Pietracupa, Fiano ’21 (Campania)
  • La Guardiense – Janare; Falaghina del Sannio Janare Senete ’22 (Campania)
  • Cusumano, Salealto Tenuta Ficuzza ’21 (Sicilia)
  • Cantine Florio, Marsala Vergine Ris. ’11 (Sicilia)
  • Audarya, Nasco di Cagliari Bessiu ’21 (Sardegna)
  • Poderi Mattioli, Castelli di Jesi Verdicchio CI. Lauro Ris. ’20 (Marche)
  • Velenosi, Rosso Piceno Sup. Roggio del Filare ’20 (Marche)
  • Umani Ronchi, Verdicchio dei Castelli di Jesi CI. Sup. V.V. Historical ’18 (Marche)
  • Terre Margaritelli, Torgiano Rosso Freccia degli Scacchi Ris. ’20 (Umbria)
  • Bertani, Amarone della Valpolicella CI. ’13 (Veneto)
  • Casale del Giglio, Radix Bellone ’19 (Lazio)

È stata in definitiva una splendida giornata, svoltasi in una atmosfera si professionale, ma pulsante di passione e di fiducia per il futuro, immersi tra le eccellenze d’Italia.

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Ma, dovendo tra tutti i vini esprimere una preferenza, dobbiamo confessare che il nostro cuore è stato rapito dal Marsala Vergine Riserva 2011 delle Cantine Florio: un vino totale che è un viaggio nei sapori e nella storia di questo bellissimo Paese.

Articolo a cura di Michele Berretta e Andrea Paolucci

VINI D’ITALIA 2024 – GAMBERO ROSSO – 2023

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