Mi Sono Mangiato Il Mondo – Intervista Chef Rubio

Mi Sono Mangiato Il Mondo – Intervista Chef Rubio

La foto è per gentile concessione di Alessandro Barattelli

Chef Rubio, dopo la recensione di Mi Sono Mangiato Il Mondo, ci concede una splendida e profonda intervista.

Com’è nata la passione per la fotografia?

Credo che è una cosa che si abbia innata. Come tante altre cose. Poi si acquisisce metodo, esperienza e nuovi mezzi. Quindi da quando avevo dieci anni fino a oggi, con dei momenti bui per la fotografia perché non ho avuto il modo di scattare, però dalle prime usa e getta ad oggi ho sempre scattato come ho potuto in maniera abbastanza istintiva e di pancia senza troppi sofismi o tecnicismi. Poi negli ultimi cinque anni ho anche studiato su libri di testo importanti che usano anche nelle scuole e me la sono migliorata ancora per conto mio. Però diciamo che è una cosa che mi piace fino da quando sono ragazzino.

Quindi è nata prima la passione per la fotografia rispetto a quella per la cucina?

Beh considerando che ho iniziato a fotografare a dieci anni forse sì, ma diciamo che se viene calcolata anche l’ingestione degli ingredienti, è da quando che sono uscito dall’organo di mia madre che ho cominciato a mangiare e a dedicarmi alla cucina, quindi forse invece viene prima la cucina.

Altra tua passione, il rugby. E’ uno sport che consiglieresti fin da bambino?

Assolutamente sì, dai quattro o cinque anni. Io ho cominciato tardi. Avevo dieci anni. Però ci sono amici miei che hanno cominciato a cinque, sei anni e quindi a dieci anni erano già formati. Così anche i figli di tanti amici e colleghi. Quindi sì, fa benissimo.

In Mi Sono Mangiato Il Mondo ogni scatto ha un pensiero collegato. Il pensiero lo componi con lo scatto oppure quando sviluppi la foto?

No, è stato fatto dopo, più per gioco che per riflettere o sorridere che per spiegare la foto in sé. Non aveva, e non ha, il minimo desiderio di voler spiegare nulla. E’ semplicemente un’emozione da uno spettatore che si riguarda la foto dopo che l’aveva vista dal vivo.

Mi Sono Mangiato Il Mondo è pieno di luoghi incredibili. Quale parte del mondo ti ha colpito di più?

Tutto il mondo è stupendo. Ci sono delle politiche del mondo che non mi piacciono. Come quella di Israele, dove sono stato, che mi ha scioccato in negativo. Visto che sono riuscito a entrare in una delle poche roccaforti palestinesi. Sono basito dalla società e da tutti quanti gli enti internazionali che non fanno nulla per risolvere un conflitto che adesso conta centinaia e centinaia di migliaia di vittime. Sarebbe l’ora di risolvere, adesso che il mondo sta andando sempre più verso l’odio e che invece avrebbe bisogno di pace e fratellanza. Quindi, a parte questa cosa che mi ha sorpreso in negativo, il mondo è estremamente bello sotto ogni punto di vista. Nella sua semplicità e anche nella sua difficoltà.

Quindi bisognerebbe ‘toccare con mano’ per capire la situazione complicatissima tra Israele e Palestina?

Diciamo che se si andasse a Ramallah invece di fermarsi solo a Tel Aviv si capirebbero tante più cose e forse si farebbero maggiori pressioni per non tirarsi più la zappa sui piedi. L’esistenza di tali oppressioni non fa bene né a loro né a noi. A nessuno.

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Qual è il cibo più strano che hai assaggiato in giro per il mondo?

Ho mangiato veramente di tutto. Pulcini che erano quasi allo stadio ultimo di formazione dentro ancora all’uovo. Bolliti e mangiati tutti interi con l’uovo. Ero in Cambogia. Oppure lo sperma di merluzzo messo sopra a un ‘nigiri’ in Giappone. Ho assaggiato il tofu marcio. E anche lo squalo marcio. Di cose strane ce ne sono, basta che si entra un pochino nell’ottica di dove sono nate e risulteranno meno disgustose.

Sfogliando Mi Sono Mangiato Il Mondo viene da chiederti il cibo che ti è piaciuto di più e quello invece di meno.

Nelle foto ritratte ci ho pensato poco perché non mi sono soffermato solo sul cibo ma tra Vietnam, Cambogia, Laos ci sono delle zuppe fantastiche, per esempio quelle vietnamite sono incredibili. Per quanto riguarda quello meno appetibile non c’è, non mi va di tirare in ballo nessuna nazione perché sono veramente tutti cibi interessanti.

In fondo ognuno assaggia quello che gli pare?

Esatto.

Senza retorica, cosa fa, o cosa farebbe Chef Rubio per rendere questo mondo migliore?

Farei studiare tutti gli abitanti del mondo. Farei studiare la storia, passata e presente per avere un futuro più roseo. Peccato che i tassi di alfabetizzazione sono allarmanti, inclusa l’Italia, e mi fa molto sorridere perché il 90 percento delle persone che vengono scappando da una guerra, che vengono ritenuti selvaggi, sanno almeno tre o quattro lingue perfettamente. E’ un paradosso che chi viene chiamato barbaro in realtà è un potenziale dottorando.

Progetti futuri?

A luglio sarò in Guatemala, in missione con IFAD , il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo delle Nazioni Unite. Darò il mio contributo a “Recipes for Change – Ricette per il cambiamento” serie tv trasmessa sul web in cui chef da tutto il mondo cucinano piatti con alimenti e materie prime delle terre maggiormente colpite dai cambiamenti climatici. Un modo per scambiare metodi e conoscenze con popolazione che vivono in condizioni critiche.

Ad agosto invece sarò nella Repubblica Centrafricana con WWF, nella riserva di Dzanga Shanga dove trascorrerò due settimane a contatto con i Gorilla. La conservazione di quelle specie e di quegli habitat è un  tassello fondamentale per l’equilibrio dell’intero pianeta.

MI SONO MANGIATO IL MONDO – RIZZOLI – 2018

 

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