Alta Langa è un altro di quei libri che Slow Food Editore mette a disposizione del lettore per imparare a muoversi con precisione in una zona particolare dell’Italia.
Siamo abituati ad associare a questa zona piemontese una nutrita varietà di vini e vitigni, a cominciare da quel Barolo e così via verso le tante bottiglie locali.
In Alta Langa andiamo alla scoperta di una frazione incantata della regione Piemonte che fa della produzione vinicola, sicuramente un vanto, ma che ha numerose attrattive a partire proprio dal panorama paesaggistico.
“Da dove si comincia una guida di viaggio? Da dove si inizia a pensarla? E da dove si parte a consultarla? Ovviamente dagli itinerari. Che viaggio in Alta Langa è, se non si ha voglia di perdersi tra bricchi e noccioleti, vigne e piccoli borghi, chiese e castelli, architetture antiche e opere d’arte contemporanea, luoghi che trasudano letteratura e altri che hanno fatto grande la Resistenza?”
Con un’introduzione così, come negli altri preziosi libri di Slow Food, c’immergiamo direttamente nelle valli, tra le montagne, con le nuvole diffuse e rarefatte d’alture, il verde imbiancato e imbrunito dalle nevi, con quei boschi e fiabe che richiamano miti fiabeschi.
La scopriamo quindi passo passo a partire da da Alba fino a Monesiglio e le loro pievi e i loro castelli viaggiando tra mappe ispirate e racconti di una terra affascinante già a partire dalla sua stessa storia.
Come accade sempre nei libri Slow Food il territorio si mischia ai suoi prodotti nella spiegazione che pagina dopo pagina esaudisce la curiosità del lettore. Ed eccoci a scoprire le nocciole, i vitigni, i formaggi e tutto quello che contraddistingue uno specifico luogo dell’Alta Langa.
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Così dallo scoprire tutte le valli, a chiudere con il territorio tra Canelli e Monastero Bormida, si passa a come percorrerle a piedi o in bicicletta. Poi inizia invece la scoperta dei prodotti locali.
“Che guida slow food sarebbe, se non parlasse delle eccellenze agroalimentari della zona? E, anche in questo caso, i prodotti e i luoghi dove trovarli non mancano. Completano la sezione una o due interviste a corredo di ciascun prodotto, perché è vero che è importante, se non fondamentale, conoscere la storia, il profumo, il sapore, il valore nutritivo di un alimento, ma oggi come non mai è sempre un valore più che aggiunto dare la parola a chi fa di questi prodotti la sua ragione di vita e di lavoro.”
Già, perché una produzione devota e appassionata di un particolare prodotto autoctono richiede una dedizione assoluta fino quasi al fanatismo per combattere il dilagante uniformarsi dei prodotti della produzione di massa e di un gusto sempre più appiattito dalla necessità di vendere tanto e a basso costo.
Andiamo a scoprire i formaggi dell’Alta Langa. Le nocciole. Cereali e patate. Il vino. La lavanda e le erbe officinali. Il tartufo. I dolci. Per poi intervistare le persone che dedicano anima e corpo ai prodotti sopra menzionati.
Per poi passare in rassegna una buona quantità di ricette tipiche dall’antipasto al dolce partendo da “Bagna caoda di topinambur” fino ad arrivare alla “Torta di nocciole”.
Bellissime immagini tra paesaggi, prodotti, personaggi e ricette completano Alta Langa.
È anche un regalo speciale per l’amico/a in cerca di itinerari incantati nel nord dell’Italia.
ALTA LANGA – SLOW FOOD EDITORE – 2024
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