Certi Sconfinamenti di Louise Kennedy – Recensione

Certi Sconfinamenti di Louise Kennedy – Recensione

Certi Sconfinamenti sono pericolosi. È facile infilarsi in un tunnel dal quale è difficile uscire.

Cushla Lavery è una ragazza attraente, in gamba. È cattolica. Una di quelle ragazze cresciute involontariamente troppo in fretta. L’Irlanda del Nord è così, Belfast è così.

La sorte ha messo a dura prova Cushla. Lo ha fatto molto presto. Il quadretto famigliare grida vendetta. Suo padre è morto anni fa, Gina è la madre alcolista che deve essere accudita, Eamonn è il fratello rabbioso. Insomma, un’esistenza tutto sommato incline ai cieli di Belfast.

Il lavoro le prende molto tempo, la trascina via dai pensieri angoscianti e allo stesso tempo le mette davanti la faticosa quotidianità dei ghetti nordirlandesi. A scuola è la dolce maestra, al pub di famiglia è la barista tuttofare.

La boriosa ordinarietà viene spezzata via, si infrange contro un muro chiamato destino. Alcuni incontri le cambiano la vita, le cambieranno l’esistenza.

In Certi Sconfinamenti l’amore e l’amicizia si intrecceranno, si intersecheranno. E si influenzeranno a vicenda. Michael Agnew e Davy McGeown. L’affascinante avvocato e il tenero alunno da coccolare.

Il pub Lavery è il ritrovo un po’ di tutti. Non è posizionato in un quartiere apertamente schierato e per questo è frequentato da personaggi tanto diversi quanto simili tra loro. Diversi perché di estrazione sociale differente, di religione differente, di ambizione differente.

Simili perché accumunati dal solo desiderio di fuggire via dalla triste realtà che li circonda. Cattolici, protestanti, militari, ubriaconi, delusi dalla vita. Sedotti dalla vita. Di quest’ultima categoria fa parte Michael. Uomo di mezza età, avvocato di successo, personalità brillante, protestante ma impegnato in prima persona per la difesa dei diritti civili di tutti, nessuno escluso.

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Michael entra dalla porta principale del pub e dalla corsia preferenziale della vita di Cushla. Rapisce la ragazza senza prepotenza, la sottrae alla miseria che la circonda. Soprattutto ne esalta la sua vera essenza: “Pensava a lui in continuazione, concedendosi sogni a occhi aperti in cui erano soli al pub o gli si sedeva accanto al Lyric, mentre le luci si abbassavano.”

Cushla diventerà presto l’insegnante di gaelico per Michael e per i suoi amici protestanti, lontani anni luce da sembrare irraggiungibili.

Ma l’avvenente avvocato è un uomo misterioso, chiuso nel suo mondo fatto di responsabilità e incombenze. È sposato con una donna in perenne difficoltà, è padre di un adolescente. È intrappolato nell’infelicità eterna. Forse come Cushla.

Le fughe d’amore si sprecano, le telefonate segrete si susseguono. Come se una malattia si fosse impadronita di lei.

Scorre parallelamente l’amicizia con Davy. Un legame fatto di assistenza e dedizione, un’affinità genuina, naturale, sincera: “Sei una meraviglia, Davy McGeown. Conoscerti è stata la gioia della mia vita.”

Il piccolo irlandese vive in un’altra Belfast, quella che fa tremare le gambe. La sua è una famiglia cattolica, impegnata sul territorio. Una famiglia ferita, in perenne credito con la fortuna. Mamma Betty arranca. E lo fa dinanzi ad un marito che porterà per sempre i segni di un pestaggio a dir poco spaventoso, di fronte ai suoi figli costretti ad assaporare quanto di peggio possibile. In particolare Tommy, il più grande. Il più irascibile, il più sfuggente.

Cushla ci si butta anima e corpo: “Forse sua madre aveva ragione, Cushla poteva aiutare quei ragazzi, non solo Davy, ma anche Tommy. La faceva sentire bene. Adulta, utile.”

A volte la vita può metterti di fronte a situazioni che non avresti mai immaginato. A volte la vita può trasformarti in spettatore non pagante di circostanze imprevedibili, può ingaggiarti come attore protagonista in un contesto dove non avresti voluto neppure essere.

L’imponderabile è dietro l’angolo. Anzi, ha già svoltato l’angolo e fa l’occhiolino alla povera signorina Lavery.

Michael è stato assassinato. Sì, proprio lui. Sembrava invincibile, immortale.

Ora la sua assenza si fa pesante, si fa straziante. È incolmabile: “Per qualche minuto fu come averlo accanto. Saponetta al limone, tabacco, whisky. L’odore pungente di lui al mattino.”

Ora l’amicizia con Davy e la famiglia McGeown si complica. E non poco. Tommy l’hanno portato via. È stato lui. Sì, proprio lui. Sembrava non potesse essere in grado di farlo, sembrava così innocente.

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Certi Sconfinamenti è il romanzo d’esordio di Louise Kennedy. La scrittrice irlandese, originaria della contea di Down, confeziona qualcosa di meraviglioso. Sorprende la sua maturità nella scrittura e si percepisce, sin dalle prime battute, l’equilibrio sul quale si poggia il romanzo.

Uno stile sempre lucido, mai esagerato. Una narrazione piena di dettagli, di sfumature da cogliere. Di sentimenti dentro i quali tuffarsi.

Sentimenti che Cushla vuole scacciare via. Come fantasmi.

“Fece tintinnare il bicchiere contro quello di lei. Ovunque tu finisca, pensa a noi poveri bastardi bloccati in questo modo infernale.”

CERTI SCONFINAMENTI – BOLLATI BORINGHIERI – 2022

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