La Fine Del Mondo È Un Cul-De-Sac. A volte un vicolo cieco da dove è difficile uscire. Riemergere.
Il Nord Ovest dell’Irlanda è un luogo incantevole, persino magico. È la parte più selvaggia dell’isola, quella forse con più irlandesità. Il paesaggio rapisce e la natura si distende senza soluzione di continuità, senza dover dare spiegazioni a nessuno. Senza dover fare i conti con l’edilizia incontrollata e l’economia di mercato da quattro soldi.
Qui vivono tante famiglie ma soprattutto tante donne. Donne forti, insicure, imperscrutabili, fragili. Tutte legate dagli stessi sentimenti, dalle medesime sensazioni, in attesa di un destino beffardo che possono ancora indirizzare, instradare. Comandare.
La Fine Del Mondo È Un Cul-De-Sac immortala coraggiosamente questa sofferenza. Storie diverse e sfondi diversi, istantanee che hanno il sapore di smarrimento, quasi di abbandono.
C’è Sarah che vive in solitudine nella casa dopo l’addio del marito, c’è mamma Ciara che attende che il proprio figlio possa darle la gioia della parola, c’è Clary che ha una vita davanti a sé ma è già schiacciata da un presente troppo grande da sostenere: “A soli cinque anni faceva già la donna di casa, tesa nello sforzo di quella vita famigliare che sua madre non riusciva a gestire.”
Non solo, c’è tanto altro. Ci sono tanti altri scorci di vita. Esistenze autentiche, reali, spesso in chiaroscuro. Forse troppo spesso in bianco e nero.
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Lo stile di Louise Kennedy è inconfondibile. Schietto, vivace, di sostanza, a volte capace di sfiorare il cinismo. Non le manda a dire, i suoi messaggi sono sempre diretti. La natura ha una presenza quasi morbosa sullo sfondo, il che la rende una compagna fedele per le sfortunate protagoniste dei racconti.
L’autrice irlandese, sfruttando con innegabile astuzia l’arma dell’umorismo, ci restituisce un romanzo da custodire gelosamente, un’opera che sembra ideata per far riflettere.
Fine Del Mondo È Un Cul-De-Sac insegna che la solitudine è una bestia difficile da sconfiggere.
Abbandono non fa rima con felicità.
“È difficile comportarsi male, se si passa la maggior parte del tempo da soli. Le nullità in prima fila sono gentili.”
LA FINE DEL MONDO È UN CUL-DE-SAC – BOLLATI BORINGHIERI – 2023
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