Recensione di Donne, Razza E Classe – Angela Davis

Recensione di Donne, Razza E Classe – Angela Davis

Donne, Razza E Classe. Di fronte ad un saggio così impegnativo e allo stesso tempo tremendamente attuale non ci si può che togliere il cappello. Chapeau!

Angela Davis. Icona del movimento femminista nero degli anni ’70, di quello dei diritti civili di tutti gli afroamericani, militante del Partito Comunista degli Stati Uniti. Insomma, una combattente in carne ed ossa.

Il lavoro della Davis ha il merito di spaziare con disinvoltura in terreni a dir poco tortuosi. Schiavitù, razzismo e classismo. Miscela esplosiva, soprattutto in terra stelle e strisce.

Il tema della schiavitù sviscerato con profonda schiettezza. Spicca il ruolo delle donne, che non hanno lesinato impegno nel contrastare questa terribile piaga che ha infestato gli Stati Uniti sin dalla metà del XVIII secolo.

La figura della donna Nera pare emergere anche all’interno del microcosmo famigliare: “…la tipica famiglia di schiavi aveva una forma matriarcale, perché il ruolo della madre era molto più importante di quello del padre.”

La Davis, in realtà, attraverso la sua approfondita ricerca riesce a smascherare questa inattaccabile dottrina: “Gli uomini schiavi svolgevano importanti mansioni domestiche e non erano pertanto dei semplici partner delle mogli.”

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In questo scenario le donne bianche cercarono di fare quadrato intorno alle sorelle Nere. Spesso, con poco successo. Anche all’interno del movimento abolizionista il razzismo riuscì a dilagare, annebbiando le menti di molte rappresentanti del gentil sesso.

Tutto spiegato: “…diversamente dalle numerose donne bianche confluite nella campagna abolizionista, le Nere erano state spinte meno da uno spirito caritatevole o da principi morali quanto dall’esigenza materiale della sopravvivenza del proprio popolo.”

Anche il proliferare delle mansioni domestiche fu evidentemente una conseguenza dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti avvenuta nel 1865. Una conseguenza inevitabile. O forse no:

“Le donne Nere per più di due terzi furono obbligate a farsi assumere in mansioni come cuoca, bambinaia, sguattera, cameriera d’albergo, venditrice ambulante o portinaia e subire delle condizioni che erano brutte quanto quelle della schiavitù, se non peggio.”

Anche l’uomo Nero non fu risparmiato. Umiliato oltre che fisicamente, anche moralmente. Così, tanto per non sbagliarsi, venne a galla anche il mito dello stupratore Nero alla frenetica ricerca della donna bianca.

D’altronde le donne Nere conoscevano bene questo tipo di ferocia. Erano oggetto di vessazione da diverso tempo. Gli stupri erano all’ordine del giorno. Dai tempi della schiavitù da parte del crudele padrone, ora è il tempo di quelli legalizzati:

“…sono venuti a galla così tanti casi di violenze su Nere da parte della polizia – persino vittime di stupro che si sono trovate a subire un secondo stupro – che diventa difficile interpretarle come anomalie.”

Lo sfondo è sempre quello degli Stati Uniti. Terra difficile. Apparentemente liberale, democratica, caritatevole ma che troppe volte ha nascosto nel sottobosco il virus del settarismo e dell’intolleranza:

“Grazie a Dio l’uomo Nero è stato liberato!”, esclamò con esplicita arroganza razzista. “Gli auguro tutta la felicità possibile e ogni progresso. Ma non invadano i santuari della razza anglosassone.”

Tanto da fare ricorso ad una pratica di controllo demografico. Almeno così doveva passare: la sterilizzazione. Una forma di genocidio legittimato dallo stato:

“…impedire al popolo americano di essere sostituito da un ceppo Negro o straniero a causa dell’immigrazione o dell’alto tasso di natalità delle altre popolazioni di questo paese.”

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Angela Davis propone un’analisi accurata e tagliente. Che calza a pennello con la sua personalità da combattimento. Sforna un saggio considerato una pietra miliare del femminismo nero americano.

Donne, Razza e Classe prende di petto il tema del razzismo visto a 360° con enorme naturalezza ed onestà intellettuale. Lancia granate contro il sistema e bacchetta la società americana.

Enfatizza con lucida consapevolezza la dignità del Suo popolo. Quello Nero. Che, lei stessa, cita sempre con la lettera maiuscola.

Indottrina il lettore con sapienza da vendere. Scava nelle coscienze della gente, soprattutto di chi si nutre di pane e ignoranza:

“…sapevano che “un uomo di colore una volta disse che se avesse posseduto l’Inferno e il Texas, avrebbe preferito dare in affitto il Texas e vivere all’Inferno?”

Qualcuno l’ha mai saputo?

DONNE, RAZZA E CLASSE – EDIZIONI ALEGRE – 2018

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