Speed è una torbida passeggiata nell’oblio. Tra sogno, incubo e realtà assistiamo a una vita che sembra sgretolarsi come un castello di sabbia a contatto con una leggera brezza estiva.
In Speed, Ivan cavalca passato e realtà in un susseguirsi di ricordi, vita reale e visioni. Tutto scandito anche, forse soprattutto, dalle relazioni con due donne: Laura, la compagna del passato, e Jessica, la compagna attuale.
Nel presente lavora in un ospedale, fa l’infermiere e condivide la vita con Jessica che è incinta di un bambino al quale già hanno dato il nome di Keanu.
Mentre nel passato sembrerebbe vivere la giovinezza come qualunque altro ragazzo, magari con una laurea all’orizzonte ma qualcosa sembra offuscare la sua mente. Forse un evento tragico che sembrerebbe avere turbato nel profondo la sua coscienza. La sua Laura è innamorata di lui ma fino a un giorno nel quale non si sente corrisposta. Quel giorno Ivan si renderà conto della perdita importante e cercherà in tutti i modi di ricucire il rapporto.
Pagina dopo pagina come una capriola sui carboni ardenti, assisteremo allo stravolgimento di una vita che svelerà sempre più particolari di un passato molto complicato.
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Nel presente, Jessica perderà il lavoro al call center perché non ha diritti come donna incinta. Il licenziamento le procurerà una caduta negli abissi della depressione. Affogherà in fiumi di alcol mentre Ivan, (come sempre?) concentrato su se stesso, non saprà come recuperare la situazione. Per complicare ancora più le cose, arriverà Peter Labate, una vecchia conoscenza, compagno di bisbocce a base di droga, che gli farà assaggiare un nuovo ritrovato chimico.
Una nuova droga, insomma, chiamata Amy. Dal valore spropositato in confronto agli altri stupefacenti, ma anche dagli effetti incredibili e ancora poco noti.
Il lettore sprofonderà nel mondo interiore di Ivan. Sarà rapito da visioni, a volte oniriche e a volte reali, che lo tireranno verso un finale inaspettato, che toglie il fiato, e giustifica le tante follie commesse da Ivan durante lo svolgimento della sua storia.
Speed di nome e di fatto verrebbe da dire. In realtà è un vecchio soprannome di Ivan ma rappresenta anche la velocità della storia. Scritta con un linguaggio semplice e molto fruibile, tiene un ritmo sostenuto dall’inizio alla fine. Espediente che permette alla trama di essere ancora più penetrante nella fantasia del lettore.
Giuseppe Casa intelaia una trama dalle tinte surreali che si mischiano con semplicità alla realtà con le ombre e le luci che si scambiano il ruolo a seconda dello stato d’animo, e di quello psicofisico, del protagonista e unico narratore della storia, ovvero Ivan.
Un libro tutto da leggere, insomma, e con la brama di capire dove potrà andare a finire una trama che da nebulosa si schiarisce fino a diventare nitida nel finale a effetto.
SPEED – CASTELVECCHI – 2019
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