Caro Stronzo di Virginie Despentes – Recensione

Caro Stronzo di Virginie Despentes – Recensione

Caro Stronzo, una citazione:

“Mi chiedo dove si fermerà, la mia idiozia. Sono già diventata femminista. Dopodiché mi sono sentita vicina al popolino che deve sgobbare durante il lockdown. E adesso ascolto della gente raccontare di come fa per rimanere sobria. Di questo passo tra sei mesi mi compro un paio di scarpe da ginnastica e mi do al jogging.”

Virginie Despentes torna al romanzo con le sue Relazioni Pericolose ultra-contemporanee.

Caro Stronzo presenta una galleria di ritratti di esseri umani impegnati come meglio possono ad armeggiare con le loro ansie, nevrosi, complessi, vergogne interiori, paure e dipendenze di ogni tipo.

Un libro che racconta di rabbia e consolazione, furia e accettazione.

Un romanzo epistolare a colpi di email folgoranti scambiate tra Rebecca Latté, grande attrice ex sogno erotico alle prese con la mezza età, e lo scrittore Oscar Jayack (lo Stronzo del titolo), fratello di una vecchia amica di Rebecca.

C’è poi una terza voce, quella più giovane di Zoé Katana, che ha deciso di usare la rete per distruggere la reputazione di Oscar, accusandolo di molestie quando lei era la sua addetta stampa.

Immersi in un universo in cui Internet ha un profondo impatto nei comportamenti e nelle vite delle persone, i protagonisti producono, attraverso una corrispondenza intangibile, un legame solidale, di mutuo sostegno, per non ricadere nella tentazione di bere, di farsi o giocare d’azzardo.

In queste pagine la più disturbante delle scrittrici francesi rivendica il bisogno di essere scossi.

Nel mondo di oggi tutti vogliono sedurre senza disturbare nessuno, essere presi sul serio senza dispiacere.

Nessuno insomma sembra più a favore della provocazione.

In Caro Stronzo la Despentes affronta tanti temi, accomunati da un’unica questione, quella delle dipendenze.

«Questa era la mia idea di partenza. Poi il libro è diventato quel che è diventato, con tanti argomenti e certamente quello del MeToo e del femminismo, ma la molla iniziale era la dipendenza dall’alcol, le droghe, e anche dalla notorietà, o dal telefonino, che è una novità rispetto alla mia giovinezza. La dipendenza è una questione che mi interessa, non ho parlato di tutte le sue forme ma trovo molto forte anche quella dal porno, soprattutto tra gli uomini, o da Tinder. L’aspetto più sconvolgente è il cercare conforto in qualcosa che conforto non lo dà più. La droga non dà più piacere, eppure i protagonisti si drogano lo stesso».

Il tema della dipendenza, in tutte le sue varie declinazioni, sembra davvero centrale nei problemi che viviamo in questa post-modernità. Siamo tutti schiavi di qualcosa.

Come ancora di salvataggio, c’è forse rimasta l’amicizia, che rimane il sentimento più puro e ancor più insperato dell’amore.

Ma anche la speranza nel futuro, incarnata dalle nuove generazioni, che probabilmente riusciranno a combinare qualcosa di meglio rispetto a quello che abbiamo fatto sinora.

A parte questo, la Despentes non fa sconti e taglia a fette noi e la società cui apparteniamo.

Una società nevrotica ha riflessi nevrotici, non sani.

Caro Stronzo è un glossario dei nervi scoperti dell’era moderna.

Come Milena è per Franz Kafka “il coltello col quale frugo dentro me stesso”, l’autrice francese con la sua lama fruga dentro le nostre piccole e grandi meschinità.

L’epitetodel titolo del libronon sembra rivolto solo al protagonista Oscar.

A ben vedere, lo stronzo è il lettore stesso. Siamo noi come pubblico i protagonisti latenti di questo libro.

Chapeau, Virginie!

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CARO STRONZO – FANDANGO LIBRI – 2023

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