Io Sono L’Uomo Nero accende di nuove luci la figura controversa e simbolo del male di Angelo Izzo.
Un uomo tristemente noto per essere uno dei torturatori del famigerato “Massacro del Circeo”. Uno in grado di uscire di galera per buona condotta e uccidere di nuovo e con la stessa perfidia. Vedi, il “I Delitti di Ferrazzano”.
In Io Sono L’Uomo Nero la giornalista Ilaria Amenta aggiunge tanti tasselli a una storia dell’orrore che ripugna per la violenza inferta a vittime assolutamente innocenti. L’unica colpa è quella di avere incontrato Angelo Izzo e i suoi complici sulla loro strada.
Quell’Angelo Izzo che tutti ricordiamo nei filmati del processo dei delitti al Circeo con un ghigno sprezzante e uno sguardo troppo spiritato. Non solo lui ma anche i suoi complici e quell’opinione pubblica che si spacca tra chi pensa al mostro e chi invece al fatto che chi è andata con loro, se l’è cercata. La lotta femminista che ne consegue e finalmente la realtà dei fatti. Parliamo di persone fuori controllo che in una genesi evolutiva del proprio male alla fine si abbattono sui più deboli per vile divertimento e megalomania.
Io Sono L’Uomo Nero infatti permette al lettore di entrare nella psicologia di qualcuno che ha bisogno di non avere regole per sentirsi vivo. E quindi infrangere la legge e dedicarsi al male.
Stavolta a essere studiati sono i ragazzotti della Roma Bene talmente annoiati dall’avere tutto e subito da puntare sfumature della vita in genere dedicate a chi non ha niente. A chi magari è costretto a rapinare, o a sequestrare, e magari uccidere, per il bisogno di denaro come rivalsa verso un mondo che lo vuole all’angolo.
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Qui non c’è nessun angolo, anzi c’è il centro del palco. Disponibilità di denaro, belle case vuote e quindi a disposizione, auto di lusso, tutto a portata di giovanotti che dovrebbero pensare al proprio futuro.
Ma a quale futuro pensi se hai già quel ‘tutto’ dalla vita che normalmente siamo costretti a guadagnarci tra studi e sudore da gavetta?
Il futuro diventa un presente fatto di anormalità con la certezza che gli altri valgano di meno di te perché tu hai giù tutto di quello che ambiscono loro. E punti al disprezzo anzi perché li vedi deboli rispetto a te stesso e alle alle vicissitudini della vita. Costretti a piegarsi alle regole per puntare un futuro migliore. O almeno a un futuro.
In questo preziosissimo libro, Ilaria Amenta entra in possesso di alcuni memoriali di Angelo Izzo, in una maniera apparentemente casuale ma che con lo sviluppo del suo meticoloso lavoro rivelerà quanto lei sia quella adatta per raccontare questa nuova storia collegata ai delitti del Circeo.
Memoriali che, nonostante gonfiati dall’ego smisurato dell’Izzo, raccontano, anzi svelano, particolari del suo passato ancora non approfonditi.
L’autrice è costretta a leggere tutto quello Izzo scrive senza filtri e con devozione a narrare agghiaccianti particolari. Andando avanti con la lettura è costretta a scegliere un taglio narrativo per proteggere il lettore dal male che queste pagine sprigionano. Sceglie infatti di intervallare il suo punto di vista ai brani di memoriali contenuti nel libro.
Si comincia dalla giovinezza di Angelo Izzo, anche raccontata in “La Scuola Cattolica” (nostra recensione QUI) di Edoardo Albinati, per poi andare avanti nell’escalation del malaffare con i drughi di Arancia Meccanica come ispirazione. L’ultradestra come appoggio e i tanti crimini prima di arrivare ai fatti tristemente noti che lo hanno reso famigerato come mostro del Circeo. Per poi proseguire verso Ferrazzano e oltre fino ai giorni nostri.
E’ un libro dal ritmo sostenuto dove il coraggio dell’autrice mette in luce molto più di quello scritto fino a oggi e che incornicia le due vittime del Circeo, Rosaria Lopez e Donatella Colasanti, come simboli della prima lotta al femminicidio e alla violenza in generale.
Imperdibile perché racconta la genesi del male e la sua abnegazione a restare indefesso ed è quindi un eccellente punto di riferimento per scongiurare nuove realtà criminali.
IO SONO L’UOMO NERO – RAI LIBRI – 2023
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