Porno. Una Storia Orale di Polly Barton – Recensione

Porno. Una Storia Orale di Polly Barton – Recensione

Diciannove interviste, anzi diciannove “pornochiacchiere” nell’ultimo lavoro Porno. Una Storia Orale di Polly Barton.

Negli ultimi anni sembra si sia acceso un ampio dibattito sulla questione, complice la pandemia e l’aumento esponenziale dell’utilizzo di piattaforme pornografiche. La stessa Barton parte da questo spunto di osservazione, includendo un margine più ampio di riflessione, soprattutto sul ruolo della donna e sul tema della violenza nell’ambito del porno.

Quanto il porno è connesso alla vita quotidiana delle persone? In Porno. Una Storia Orale si cerca di dare voce a questa domanda attraverso un dialogo con diciannove interlocutori. Con la volontà di rappresentare il vissuto o anche solo il percepito sull’argomento, senza mai scadere in giudizio o sensazionalismo.

Per l’autrice il porno non rappresenta solo la possibilità di usufruire di contenuti sessuali in modalità gratuita o a pagamento, ma è una cartina di tornasole della società in cui viviamo. Strumento importante per definire lo stato di consapevolezza della collettività.

«C’era la sensazione sempre più diffusa che il porno stesse diventando parte del Dibattito Pubblico.»

Le soggettività individuate, per rendere possibile questo progetto, non sono rappresentative di molte identità, ma permettono di definire un piccolo pezzettino di questo caleidoscopico e variegato mondo.

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«Uno studio del genere avrebbe dovuto includere anche le persone attive in un settore, quello della pornografia, che si sta espandendo vertiginosamente, sia per dimensione che estensione. In altre parole avrebbe dovuto essere un progetto di ricerca su larga scala. Io da singola autrice non ero attrezzata per fare una cosa del genere.»

In Porno. Una Storia Orale, più ci si immerge nella lettura e più è evidente che tra l’autrice e chi viene intervistato non vi è alcuna dinamica di soggezione. Spesso il punto di vista di chi accoglie la domanda si trasforma in una chiacchierata fluida. Il sapere è condiviso non è vi un traguardo certo, ma ci si scopre a vicenda.

Domande come “Ti ricordi il primo incontro con il porno?” o “Ti è capitato spesso di parlare di porno?” aprono il dialogo a temi molto interessanti. Viene fuori un immaginario ricco di contraddizioni in tutte le sfere che vengono toccate.

Corpo, accettazione di sé, che il porno mainstream ha potere di modulare in un senso o nell’altro, violenza, sopraffazione, stereotipi di genere e non solo. Masturbazione, dialogo e utilizzo di contenuti pornografici in coppia, differenze generazionali, pornografia sostenibile, patriarcato. Sono solo alcuni delle opportunità di comprensione date da questo saggio.

Porno. Una Storia Orale è un testo complesso, una bellissima sfida perché riesce a trattare una serie di ragionamenti scomodi, imbarazzanti e che creano scollamento nella vita delle persone. E lo fa in maniera semplice, diretta senza scadere nella banalità né di linguaggio né di analisi.

«Nel corso di tutte queste conversazioni, la realizzazione a cui sono giunta riguardo al porno è che ciò che più mi spaventa – ciò che credo mi abbia spaventato di più – sia come la vergogna, il silenzio, la colpa e l’imbarazzo che lo circondano… mettano in atto un senso di passività, un’assenza di intenzione e responsabilità che emerge nelle rare occasioni in cui ne parliamo onestamente.»

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