Una Pinta Con Shane MacGowan. A prima vista potrebbe suonare quasi come una minaccia.
Lui, Shane. Il visionario, il ribelle, il fanatico. L’alcolista, il drogato, il rissoso. Lui, Shane!
Il cantante e frontman dei The Pogues non è mai scontato, è la sua forza. Il suo passato e il suo presente parlano chiaro. Lui la vita non l’ha mai subita, l’ha sempre cavalcata: “Mi è sempre piaciuto vivere al limite, non solo con la droga e l’alcol, saltare fuori dalle macchine e cose del genere, ma anche con gli esseri umani con cui ho a che fare. Ho sempre amato domare gli psicopatici. Sono sempre stato in grado di farlo, per questo sono ancora vivo.”
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Una Pinta Con Shane MacGowan è una confessione a cuore aperto, è il processo davanti alla sua coscienza. Shane si racconta con ironia e schiettezza, ripercorre tutta la sua esistenza senza veli, come solo lui sa fare. Allo scoperto, lealmente. Nella maniera più intima possibile.
Lo fa non seguendo schemi, andando per la sua strada. Forse tortuosa, forse stravagante ma diretta al cuore della gente.
L’infanzia vissuta in Irlanda, la sua terra. Un legame indissolubile, impossibile da scalfire. Qui partì tutto, qui Shane capì presto chi voleva essere. Nell’isola verde vive, fino all’età di 6 anni, in una fattoria di famiglia. In Irlanda il primo incontro che non scorderà facilmente. A cinque anni sboccia l’amore per la scura irlandese, la Guinness, e ben presto con tutti gli eccessi che lo renderanno celebre in tutto il pianeta.
Poi il trasferimento a Londra. Nella capitale inglese dà il gas, preme sull’acceleratore. Negli anni ’70 impazzano le scene punk e skinhead, impazza la musica. Il rock & roll sta entrando prepotentemente nella società e Shane non sta a guardare. Tra alcool, droghe, esagerazioni di ogni tipo, nasce presto il genio: “Certo, se parli con mia mamma, lei dice che sono sempre stato geniale.”
Ed ecco i The Pogues. Un gruppo controverso quanto il suo frontman. Shane ne racconta l’ascesa in maniera nebulosa, tra aneddoti di grande interesse e confessioni da stropicciarsi gli occhi. D’altronde, difficile aspettarsi diversamente. La chitarra prende il sopravvento, la voce spadroneggia: “Eravamo estremamente leali, pensavamo che stessimo facendo qualcosa di speciale, come se stessimo portando qualcosa alla gente. Stavamo portando la meraviglia della musica irlandese alla gente, ai nuovi convertiti, ai non convertiti, ai già convertiti.”
Shane è un uomo di grande cultura, è ciò che in fondo ha sempre voluto essere. La sua preparazione è a trecentosessanta gradi, a tutto tondo. Poesia, letteratura, religione. Somministra al lettore pillole di conoscenza, dimostra di saperne più di quanto si possa immaginare.
Una Pinta Con Shane MacGowan si sviluppa grazie ad un botta e risposta con la sua storia compagna, Victoria Mary Clarke. È come se fossimo tutti seduti al bancone, è come se stessimo tutti sorseggiando una bella pinta. Si apre il sipario tra l’alcool che avanza: Shane non fa fatica, non cade nelle provocazioni. Non ne ha bisogno. La sua personalità è un fiume in pena, è una marea che riesce a travolgere tutto e tutti. È un mare in tempesta.
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Il legame con l’Irlanda è forte, è fuoco che arde. Ha vissuto totalmente, ha assaporato ogni secondo della sua esistenza pensando alla sua terra. Forse la musica ha sempre rappresentato la strada per fuggire dalla sua solitudine, da quella quotidianità così tremendamente lontana. La musica è stata la via di scampo per sottarsi da un distacco troppo forte, da una separazione non voluta con la sua terra.
Shane ha sempre corso lontano dal mondo che lo circondava. Shane è stato sempre se stesso, Shane sarà sempre se stesso. Lontano dal conformismo soffocante che lo circonda. Che ci circonda.
“…questo è un libro sulle cose da non fare!”
UNA PINTA CON SHANE MACGOWAN – TSUNAMI EDIZIONI – 2022
